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Sinistra Italiana - Palo del Colle

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Dopo la vittoria dei Sì ai referendum, nasce l'azienda pubblica "Acquedotto Pugliese"

Pubblicato su 30 Giugno 2011 da Giovanna Cutrone in referendum

battiquorum.jpgAttraverso la consultazione referendaria del 13 giugno i cittadini italiani hanno deciso di abrogare la norma del Governo che stabiliva la privatizzazione della gestione del servizio idrico. Il risultato elettorale ha sancito che l’acqua è un bene pubblico, un bene sul quale non è ammissibile alcun fine di lucro. Nello specifico il referendum ha abrogato l'obbligo di affidare la gestione del servizio idrico integrato a soggetti privati e la remunerazione al 7% del capitale investito con un ricarico sulle tariffe e quindi a carico dell’utenza. Una vittoria questa, sì dei comitati, ma soprattutto della società civile, protagonista di una mobilitazione nazionale che ha portato alle urne ben il 55% degli italiani e che ha incassato una percentuale di “sì” pari al 95% su tutti e 4 i quesiti. Significativo il dato di Palo del Colle, con una affluenza alle urne che supera il dato nazionale attestandosi al 58%, e classificandosi tra i primi comuni nella provincia.

All’indomani del referendum, il 20 giugno, il Consiglio Regionale vara la Legge "Gestione del Servizio idrico integrato - Costituzione dell'Azienda pubblica regionale 'Acquedotto pugliese (AQP) ". E’ la prima legge regionale in Italia di tale portata, infatti tra i principi generali leggiamo: “l'acqua è un bene comune, di proprietà collettiva, essenziale e insostituibile per la vita”, si escludono le logiche di mercato dal bene Acqua e la Regione Puglia “difende e garantisce l’approvvigionamento dell’acqua e tutela il diritto di ciascun individuo al minimo vitale giornaliero”. Tra i principi e i criteri generali di gestione si sancisce che il servizio idrico è affidato ad una azienda pubblica regionale denominata “Acquedotto pugliese (AQP)” – che subentra all’Ente Autonomo Acquedotto Pugliese (EAAA) S.p.a. – che a sua volta subisce il controllo da parte dell’ente pubblico. Con la costituenda “AQP” si abbandona la finalità di lucro e si persegue il pareggio di bilancio ed eventuali avanzi netti di gestione vengono reinvestiti per almeno l’80% nel miglioramento del servizio idrico, inoltre si prevede “la costituzione di un fondo regionale di solidarietà internazionale, da destinare a progetti di sostegno all’accesso all’acqua”.

Ed è di pochi giorni fa la notizia che l’Assemblea degli azionisti dell’Acquedotto Pugliese ha approvato il bilancio al 31/12/2010 che presenta miglioramenti per tutti gli indicatori economici e reddituali: la dotazione impiantistica è cresciuta del 15% nelle reti, del 25% nei nuovi impianti di sollevamento idrico e del 5% nella depurazione. Inoltre l’impegno nel potenziamento e nel risanamento della rete ha visto, nel periodo, un investimento complessivo di 200 milioni di euro.

La qualità del bilancio è già stata constatata da Standard and Poor's che ha elevato il rating di AQP certificandone l'appetibilità sul mercato, tant’è che si rileva un +10% di fatturato rispetto al 2009, grazie a una operazione di recupero di perdite amministrative, che si aggiunge a un risparmio nei costi di gestione che ammonta a 19 milioni di euro. Nonostante questi notevoli risultati, il piano industriale fino al 2014 si basa su 2 direttive strategiche: il miglioramento del servizio e l'incremento di efficienza gestionale. Alle dichiarazioni di Ivo Monteforte, amministratore unico di AQP, “in questi 4 anni abbiamo recuperato 40 milioni di metri cubi di perdite che è un grande lago”, si aggiungono quelle di Amati, assessore regionale alle Opere Pubbliche, che ufficializza il dato finale del bilancio quantificando in 37 milioni di euro l’utile netto di gestione che verrà reinvestito nel miglioramento della rete idrica e di quella fognaria. Sono così messe a tacere tutte le illazioni che tendono ad associare il pubblico allo spreco, e che attribuiscono solo al management privato le performance in campo economico e gestionale. Notevole il lavoro svolto in questo senso dalla giunta Vendola, lavoro iniziato già nella prima legislatura e che ha visto un percorso di condivisione, ma anche di frizione, con i comitati e con tutte le istanze civili che hanno permesso, alla fine, di arrivare a questo risultato storico, dal punto di vista degli obiettivi e della partecipazione.

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