Il governo ha deciso di scippare il referendum sul nucleare agli italiani, cancellando il diritto democratico agli elettori di esprimersi con il loro voto per fermare il programma nucleare del centrodestra. L’emendamento del Governo alla moratoria già prevista nel decreto legge omnibus è l’estremo tentativo di far saltare la consultazione referendaria.
La paura che il voto del 12 e 13 giugno per fermare il nucleare, per difendere l’acqua pubblica e cancellare il legittimo impedimento, si trasformi in una grande risposta popolare contro il populismo autoritario di Berlusconi e della sua maggioranza rende il governo ancora una volta artefice di uno strappo alla democrazia e alla Costituzione.
Stando ad indiscrezioni, la scelta di cassare del tutto le ambizioni nucleari sarebbe stata dettata a palazzo Chigi da allarmanti indicazioni sulla possibilità che il referendum, anche sulla scia dell'allarme per la catastrofe giapponese raggiungesse il quorum necessario per la sua validità. In particolare un sondaggio realizzato la scorsa settimana avrebbe dato al 54% la percentuale di italiani intenzionati a recarsi alle urne il 12 e 13 giugno.