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Sinistra Italiana - Palo del Colle

blog politico

Un si abrogativo per il nucleare

Pubblicato su 2 Marzo 2011 da Nunzio Cutrone in referendum

mappa-centrali-grandi-2.jpgIl gran giurì ha bocciato lo spot televisivo del “forum sul nucleare” perché ingannevole. E se il buon giorno si vede dal mattino abbiamo già un po’ di scorie di bugie da smaltire. Se la verità è sempre rivoluzionaria, tenerla nascosta non è un inganno ma una truffa che avvelena. Lo spot dei nuclearisti che mostrano le ragioni pro nucleari che con pedine bianche sfidando alla scacchiera quelle anti atomo, secondo i promotori faceva parte di una campagna di informazione. Questo è stato un fatto contestato da molti che lo avevano denunciato come un'azione di propaganda pro-nulceare scorrettamente travestita da campagna informativa.

Ma la questione su cui vorrei focalizzare l’attenzione è che l’Italia preleva l’energia di cui ha bisogno dall’estero. E questa è una verità. L’Italia consuma mediamente tra i 5 e i 6 mila kWh di energia elettrica per abitante, meno della media europea. Nel 2006, la produzione netta di energia elettrica ha superato di poco i 50 GWh per 10.000 abitanti, l’Italia ha importa 45.000 GWh, il 13 per cento della domanda nazionale.

Ma non è l’unica verità, perché ce ne sono altre. Ancora, la rete di distribuzione dell’energia elettrica italiana è obsoleta, tanto che disperde energia pari a quella prodotta da 4 centrali nucleari. Basterebbe solo questo dato per bocciare la proposta dei nuclearisti.

A proposito dei nuclearisti.… chi sono “costoro”?

Sono in gran parte le aziende private (Edf, Enel, Gdf Suez, Techint, Terna e Westinghouse) che pensano più al profitto di cui possono beneficiare piuttosto che all’economicità della produzione di energia elettrica attraverso la fusione nucleare, se non fosse anche per il fatto che hanno bisogno di finanziamenti pubblici per costruire i reattori. Senza investimenti pubblici non riuscirebbero a supportare i costi per la costruzione delle centrali e la vendita dell’energia ad un prezzo di mercato. Vanno poi ad aggiungersi i costi militari per garantire la sicurezza dagli attentati terroristici e i costi per smantellare la centrale nucleare al termine della sua attività. Tutto questo costituirà un aggravio fiscale in termini di imposte in bolletta.

Ma non è tutto, restano ancora da effettuare il totale smantellamento, la rimozionee la decontaminazione di strutture e componenti degli impianti nucleari in Italia. Sia delle centrali nucleari ex-Enel: Trino Vercellese (Vercelli), Caorso (Piacenza), Latina, Garigliano (Caserta). Sia degli impianti del ciclo del combustibile ex-Enea: EUREX di Saluggia (Vercelli), FN-Fabbricazioni Nucleari di Bosco Marengo (Alessandria), OPEC in Casaccia (Roma), Plutonio in Casaccia (Roma), ITREC in Trisaia - Rotondella (Matera).

Ma la questione legata al nucleare è anche una questione umanitaria. Produrre energia nucleare richiede un’attività mineraria per l’estrazione di uranio che è distruttiva e mortale. Nelle miniere di uranio del Niger, vi sono i segni lasciati da 40 anni di estrazione.

Un esempio ne è la falda acquifera impoverita e contaminata dove la concentrazione di uranio ha superato i limiti raccomandati dall’OMS (osservatorio mondiale della sanità) in quattro campioni di acqua su cinque nella regione di Arlit, una di quelle con più miniere assieme ad Akokan. Inoltre, c’è il radon, rilevato nell'aria tra le 3 e le 7 volte superiore ai livelli considerati normali nella zona e, infine, livelli di radioattività abnormi: per le strade di Akokan fino a quasi 500 volte superiore al fondo naturale. Una persona che passa meno di un'ora al giorno in quel luogo per un anno, potrebbe essere esposta a un livello di radiazioni superiore al limite massimo consentito in un anno. Inoltre nel Niger si sono usati gli scarti delle miniere per fare le strade (pratica che non ha risparmiato neanche la madrepatria di Areva, la Francia, che grazie a una filiera segreta di Stato ha smaltito a costo zero questi detriti, come ha denunciato un'inchiesta della rete televisiva francese France 3).

A proposito di Francia, se si considera l'import del combustibile, la leader mondiale del nucleare dipende dall'estero per il 93% del suo fabbisogno energetico. Nel 2009 l’Europa ha importato il 97,27% del fabbisogno di uranio. Ma c’è un altro particolare, dai dati presentati al 19° Congresso Mondiale dell'Energia a Sydney nel 2007, nel 2030 la produzione di energia nucleare passerà dal 16% al'8.5%. La produzione di energia elettrica che aumenterà sarà ottenuta con il gas e le fonti rinnovabili, mentre diminuirà quella ottenuta da petrolio, carbone ed idroelettrica.

Ma c’è dell’altro, uno studio  pubblicato da tre studiosi del Centro di ricerca tedesco per la salute ambientale di Monaco di Baviera, Ralf Kusmierz, Kristina Voigt e Hagen Scherb, dimostra che il nucleare – anche quando funziona bene e senza contaminazioni stile Chernobyl – uccide gli embrioni femminili. Centrali nucleari nel sud della Germania e della Svizzera sarebbero responsabili di 20.000 aborti di nascituri di sesso femminile, che fino ad oggi si credeva essere del tutto spontanei.

Dunque, un sì al referendum abrogativo per il nucleare, è un si non solo per l’eliminazione della possibilità di riprendere gli investimenti nella produzione di energia nucleare che di fatto è anche antieconomica, ma è anche un sì per la difesa dei diritti di quelle popolazioni povere e sottomesse dai grandi capitali occidentali.

Dobbiamo necessariamente ripensare la questione energetica in un’ottica di rispetto profondo per il pianeta in cui viviamo. Questo significa anche ripensare in un’ottica diversa l’umanità che, per natura, ci appartiene”.

 

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