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Sinistra Italiana - Palo del Colle

blog politico

Palo: un paese ingabbiato

Pubblicato su 20 Ottobre 2010 da Nunzio Cutrone in politica locale

Palo è un paese ingabbiato. Chi detiene le chiavi di questa gabbia sono tutte quelle persone che da tempo detengono il potere politico ed amministrativo a vario titolo e tutti sono responsabili, chi più e chi meno, di questa detenzione. Ma costoro hanno anche dei complici: sono quei cittadini che, a vario titolo e per ragioni puramente opportunistiche, consentono loro di detenere questo potere; sono le varie lobby locali dell’imprenditoria edile, delle libere professioni quali avvocati, ingegneri, commercialisti etc, chi in qualche modo tenta di lucrare dal bilancio comunale con incarichi ad hoc; sono coloro che attraverso la politica ricevono rendite di posizione, anteponendo gli interessi propri al bene della collettività.
Un caso esemplare è quello del Piano Urbanistico Generale della nostra città, esempio concreto di questi scellerati interessi perseguiti ai danni di tutti e il cui risultato futuro sarà l’edificazione incontrollata di nuove abitazioni.
Nessuno si è preoccupato della viabilità, dell'ampiezza dei marciapiedi, della qualità abitativa o dell'edilizia di carattere sociale.
Ma l’imprenditoria locale ha pensato per quanto tempo tali abitazioni saranno appetibili per il mercato?
Le strade intasate di traffico, la mancanza di parcheggi, la presenza di barriere architettoniche, la mancanza di spazi destinati allo sport in generale, di parchi, di spazi aggregativi che restituiscono socialità ad una collettività, sono o non sono problematiche che vanno affrontate e risolte prima degli interventi edilizi?
Sono o non sono queste le cose che restituiscono una vita sociale ed economica ad una cittadinanza?
Le osservazioni che noi abbiamo presentato in tal senso sono state quasi del tutto ignorate, tranne che per i marciapiedi. Infatti, questa battaglia è stata vinta, con la decisione dell'Amministrazione Comunale di allargarne l'ampiezza minima ad un metro e cinquanta o due metri a seconda dell'importanza delle strade.
Un altro caso esemplare di interessi particolari che prevaricano gli interessi collettivi, è stato quello del progetto di discarica per i rifiuti speciali nella cava Di Maso. Qui a lucrare era un privato, a discapito della realtà industriale e commerciale locale posta a pochi passi di distanza e ferendo una comunità che già in passato ha convissuto per anni con nauseabondi odori (Palolio e Adriatica Allevamenti). Questa volta i cittadini attivi hanno sventato questi interessi particolari, lottando anche contro un'amministrazione che ha avuto comportamenti ambigui e che pensava solo ad incamerare le royalty. Un sistema questo delle royalty, previsto dalla legge, che serve ai privati per acquisire il consenso di una cittadinanza, ma che rischia di trasformarsi in corruzione pubblica e diffusa a discapito del benessere socio economico della comunità stessa.
  Occorre vigilare su un territorio sotto tiro da parte di un segmento ampio di imprenditori e politici locali ai quali poco interessa il bene di tutti, l'amore per la propria terra che ha una storia e deve avere una progettualità futura. Il governo del territorio deve essere di inteso come un bene comune per tutelare il paesaggio e la sostenibilità della città, naturalmente senza dimenticare lo sviluppo. Invece ci occupiamo di crisi di potere, crisi dovute a riposizionamenti. Invece in questi anni gli amministratori e la politica si sono occupati di altro.
 Allora, vorrei che si spiegassero a me e alla cittadinanza i motivi della prima crisi dell’amministrazione Viola e i motivi della seconda crisi, perché non si può credere che un atto vandalico possa mettere in crisi un’amministrazione.
 Vorrei che si spiegasse quale cambiamento c'è stato tra una tra una crisi e l'altra. Infatti, il dibattito politico, in queste settimane, si è incentrato sulla costruzione di un’alleanza per poter vincere le prossime consultazioni amministrative, come se si trattasse di una semplice sommatoria aritmetica di cui si cercano gli addendi. Non abbiamo ascoltato uno straccio d’idea, di programma politico.
La logica prevalente fra gli attuali amministratori e politici è che al programma ci si pensa dopo il voto.
Allora mi chiedo se questa classe politica abbia derubricato i cittadini a degli “sciocchi votanti”. In questo riconosco tanto del berlusconismo, secondo cui tutti sono utili e funzionali al perpetuarsi del potere di alcuni uomini. Uomini che calcano le scene di questo teatro ormai da decenni e che rappresentano sempre lo stesso spettacolo fatto di tanti atti, tutti uguali, in cui cambia solo l’allestimento del palcoscenico. Uomini senza idee politiche, senza una appartenenza politica se non quella “centrista”, acrobati di una transumanza politica, utile pretesto per “ciambotti” di qualsiasi natura e di consistenza variegata.
Questa è la vittoria del moderatismo, degli abitanti della “terra di mezzo”, fautori della politica delle scelte mancate o ancor peggio di quelle opportunistiche, con scarsa capacità di incidere nella costruzione del benessere collettivo. Questa è una identità politica spendibile per mistificare e fare campagne elettorali seguendo le logiche delle campagne acquisti del calcio mercato. Si mercanteggiano i consiglieri cosi come si mercanteggiano i voti, come è accaduto alle ultime elezioni regionali, dove un sacco di giovani affollavano i seggi, svolgendo uno strano lavoro di raccoglitori di dati, forse finalizzato a scoprire eventuali brogli elettorali. Allora, qualcuno dovrebbe spiegare cosa è successo.
A me sembra tutto un abracadabra! Maghi della poltrona!
Abracadabra....chi sarà il prossimo candidato sindaco?
Abracadabra, qual è il programma?
Abracadabra, quale sarà la prossima coalizione?
Abracadabra, dov'è la politica?
Abracadabra, chi sono queste persone?
Solo ex nel senso di "exit". Usciti dalla politica, tarantolati dal morso del potere, giocatori di tre sette a perdere il paese e la dignità.
Sempre più la politica si riduce ad una contesa tra componenti di una cricca per l'acquisizione del potere fine a se stesso, ad una continua lotta di posizione con le solite squallide litanie, che si perpetua all’infinito, e che oggi devasta la nostra comunità. Tutto si riduce a mero esercizio di un potere senza regole, che pensa di poter fare quello che vuole, incurante delle dinamiche distruttive che innesca e responsabile di uno scempio generale, a Roma così come a Palo del Colle.
Per questo è dalla politica che bisogna ripartire. La politica ha delle regole precise e deve affrontare tutti questi temi e dire ai cittadini la propria idea di sviluppo.
Un cambiamento in positivo sarà possibile solo mettendo in campo tutte le azioni della buona politica, rispettandone le regole, in maniera trasparente, con ampia partecipazione, dissolvendo la nebbia del “precariato economico, sociale ed esistenziale” tanto caro ai politici che governano il nostro paese e utilizzato come strumento di controllo della popolazione.
E’ su questo terreno che si gioca la prossima alleanza di centro-sinistra ed è su questo campo alternativo che si gioca la prossima consultazione elettorale a Roma come a Palo del Colle. E’ qui che sono le chiavi della gabbia del Paese.

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